Nel nuovo libro di Giuseppe Clericetti incontriamo una parte importante della produzione musicale del maggiore compositore francese del secondo '800
Con Camille Saint-Saëns. Visionario, artigiano, sperimentatore, volume da poco uscito per i tipi di Zecchini Editore in vista del prossimo centenario dalla scomparsa del grande compositore francese, Giuseppe Clericetti prosegue la sua accurata indagine intorno alla figura sicuramente più complessa del secondo '800 musicale francese.
In un precedente saggio uscito nel 2016 sempre per Zecchini, ed intitolato Il Re degli spiriti musicali, Clericetti – nota voce di Rete Due, il canale culturale della Radio TV Svizzera - ne esaminava infatti la vicenda biografica, pienamente immersa nel panorama culturale francese della seconda metà dell'Ottocento, nonché i variegati interessi al di fuori dell'attività di compositore. Vale a dire la poliedrica attività letteraria, quella di attento indagatore di taluni fenomeni scientifici, e naturalmente quella di attivissimo ed influente critico musicale.
Ora siamo ad uno stadio successivo, che prende ad esaminare una parte della sua vastissima produzione musicale, affrontata peraltro con un taglio più specialistico che divulgativo. Il che, probabilmente, allontanerà qualche lettore meno informato.
Primo viaggio in una vasta produzione musicale
Clericetti ci conduce dunque attraverso cinque “officine” compositive diverse. Nel primo capitolo La visione si interessa ai poemi sinfonici di Saint-Saëns, frutto dei semi sparsi in precedenza da Liszt, cui è dedicata un'ampia disgressione. Nel secondo, intitolato La sperimentazione. Le mélodie, tratta in maniera estesa ed articolata della folta produzione vocale – in tutto 127 brani per voce e strumento, parte editi e parte rimasti manoscritti – vista anche in relazione al fervido clima letterario e musicale del tempo. Il terzo capitolo è La consapevolezza.
Lo studio di Mozart devia un po' dal sentiero sinora tracciato, poiché indaga le relazione tra il compositore parigino e il mondo musicale di Mozart: attento filologo oltre che sincero appassionato del grande Salisburghese, il settantenne Saint-Saëns ne curò per l'editore Durand, dal 1915 al 1917, i tre volumi delle Ouvres complète pour piano.
Scrivere, riscrivere, inventare, reinventare
Il metodo compositivo, la riscrittura delle proprie composizioni ed infine il rapporto, ovviamente inedito e tardivo, con il cinema costituisce l'argomento del quarto capitolo L'officina. La riscrittura ed il cinema. Particolarmente interessante è quest'ultimo campo d'indagine, dal momento che Saint-Saëns fu tra i primi compositori 'seri' a offrire la propria arte, agli albori del '900, al nascente mondo del cinematografo componendo la base sonora per piccola orchestra (12 strumenti) de L'assassinat du Duc de Guise. Cioè il primo titolo dell'effimera casa Film d'Art, girato in collaborazione con la prestigiosa Comédie française.
Quinto ed ultimo capitolo, La ricezione. Esegesi e registrazioni di Samson ed Dalila, è interamente dedicato alla più popolare fra le opere liriche di Saint-Saëns. Si parte dalla genesi ideativa di questo capolavoro sino ad arrivare all'esame delle numerose testimonianze sonore, dalla primissima aria incisa nel 1903 (“Arrêtez, ô mes frères!” di Francesco Tamagno) alle versioni integrali di tempi vicini a noi. Conclude la pubblicazione una utile serie di appendici, fra cui due comprendenti gli incipit e gli autori dei testi delle sue mélodies.
Il libro, giova ricordarlo, è stato realizzato con il sostegno del Palazzetto Bru Zane di Venezia, che a Saint-Saëns ha da poco dedicato un sintetico e stimolante festival.
Camille Saint-Saëns. Visionario, artigiano, sperimentatore
di Giuseppe Clericetti
Zecchini Editore
Pag. 290 – € 37,00